Nasce nei paesi tropicali e subtropicali del mondo e, dopo migliaia di chilometri di viaggio e svariati processi di trasformazione, diventa la bevanda irrinunciabile della nostra quotidianità: oggi vi sveliamo i fatti noti e meno noti che arricchiscono di fascino e suggestione ogni tazzina di caffè Lavazza.
La produzione del caffè nei paesi d’origine
Immaginate di immergervi in un clima caldo-umido tropicale, e di osservare dei filari di arbusti dalle foglie verde scuro che si estendono a perdita d’occhio: si tratta di coltivazioni di caffè, una specie che cresce a quote che vanno dai 200 ai 2000 metri. Le due varietà più diffuse al mondo, l’Arabica (Coffea arabica) e la Robusta (Coffea canephora), producono grappoli di bacche tondeggianti contenenti i preziosi chicchi di caffè. Quando le bacche assumono un tipico colore rosso-arancione è finalmente tempo di raccolta, operazione che può avvenire manualmente (“picking”) oppure in modo meccanizzato (“stripping”). A questo punto bisogna estrarre i chicchi rimuovendo la polpa che avvolge il frutto, e per farlo si può optare per diversi metodi; un passaggio fondamentale è l’asciugatura, che può avvenire al sole oppure all’interno di essiccatoi.
L’arrivo del caffè in Italia e i procedimenti di miscelazione e torrefazione
Le materie prime vengono selezionate direttamente nei paesi di origine da team di esperti Lavazza che, valutando le caratteristiche di ogni partita di caffè, ne valutano le possibilità di impiego per la produzione delle diverse tipologie commerciali. I chicchi selezionati a questo punto sono pronti per iniziare un lungo viaggio che porterà questo caffè in Italia, e precisamente negli stabilimenti Lavazza presso i quali avverranno le successive operazioni di trasformazione. Si inizia dalla miscelazione, che come dice il nome consiste nella creazione di miscele di caffè standardizzate dal punto di vista organolettico. Una curiosità: forse non tutti sanno che fu proprio Luigi Lavazza, fondatore dell’azienda torinese, a creare all’inizio del ‘900 le prime miscele della storia! Lo step successivo è rappresentato dalla torrefazione ad aria calda, passaggio chiave del processo produttivo che attraverso la calibrazione precisa delle temperature permette di creare un caffè con i profumi e i sapori desiderati.
Il caffè è finalmente pronto
Il caffè, una volta raffreddato, viene macinato in modo specifico a seconda del suo impiego futuro (moka, espresso, cialda…); dopo aver trascorso un breve periodo di conservazione all’interno di silos ad atmosfera controllata, si passa all’ultimo passaggio ovvero il confezionamento. Grande attenzione è dedicata da Lavazza alla scelta di soluzioni sempre più efficienti per il packaging, che deve essere in grado di proteggere le miscele da luce, aria ed umidità e di mantenerne inalterate le caratteristiche sino al momento della preparazione del caffè. Abbiamo quindi scoperto che questa bevanda, pur nella sua apparente semplicità, racchiude in sé un vero e proprio tesoro di conoscenze, innovazioni e costante ricerca della qualità. La Lavazza è senza dubbio l’azienda che meglio di tutte incarna questo spirito, e il suo nome è legato a doppio filo alla tradizione del caffè nel nostro paese;
per una breve panoramica sulla storia del caffè in Italia cliccare qui.
Immagine: Steve Mc Curry – www.lavazza.com
Commenti
Posta un commento